Scoperta una falla nella banca dati energetica: informazioni sensibili usate per ingannare i consumatori. Urso convoca Agcom. Le associazioni: “Servono misure urgenti”.
Un nuovo allarme sulla sicurezza dei dati personali scuote il settore del telemarketing in Italia. Secondo una denuncia presentata da diverse associazioni dei consumatori, in collaborazione con alcuni call center regolari, una pericolosa vulnerabilità è stata individuata nella piattaforma pubblica che gestisce i dati degli utenti del mercato elettrico nazionale.
Questa falla informatica avrebbe consentito a soggetti senza scrupoli di accedere illegalmente a informazioni riservate, come il codice POD e le abitudini di consumo degli utenti, dati che poi verrebbero utilizzati per portare avanti campagne di telemarketing aggressive e spesso fraudolente. Il risultato? Telefonate insistenti e sospette, con operatori che sembrano conoscere nei dettagli le forniture domestiche degli utenti, inducendoli con l’inganno a cambiare contratto.
La piattaforma, nata per promuovere trasparenza e concorrenza nel mercato libero, rischia così di trasformarsi in un’arma in mano ai truffatori. Le associazioni chiedono ora un intervento immediato: audit sui sistemi di accesso, rafforzamento delle barriere di sicurezza e sanzioni più severe per chi utilizza i dati in modo illecito.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato nelle ultime ore il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella, per valutare possibili contromisure. “È necessario intervenire rapidamente – ha dichiarato Urso – per mettere fine a comportamenti illeciti che danneggiano i consumatori e minano la fiducia nel mercato.”
Come difendersi: le due regole d’oro contro le truffe telefoniche
In attesa di interventi strutturali, la prima linea di difesa resta nelle mani dei cittadini. Ecco due regole fondamentali da seguire per evitare raggiri:
1. Chiedi una conferma scritta ufficiale.
Se qualcuno ti contatta sostenendo di essere un operatore di un fornitore energetico, chiedi subito un’email formale da un indirizzo aziendale verificabile. Se è una truffa, quella comunicazione non arriverà mai.
2. Non fidarti di chi ti chiama: richiama tu.
Non fornire mai dati personali al telefono. Annota il numero e contatta direttamente il tuo fornitore attraverso i canali ufficiali. In pochi minuti potrai verificare se la chiamata era autentica o un tentativo di frode.
Una volta confermato un cambio di fornitore (switch), nessuna modifica può avvenire per almeno 30 giorni.
Chi cerca di convincerti a un nuovo passaggio subito dopo, probabilmente mente.
Questa vicenda evidenzia i limiti di un sistema che, anziché tutelare i consumatori, li espone a nuovi rischi. In un contesto in cui la digitalizzazione dei servizi è in continua espansione, la sicurezza dei dati deve diventare una priorità. Ma in attesa di riforme e maggiore protezione istituzionale, l’informazione e la consapevolezza restano le armi più efficaci nelle mani degli utenti.
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